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Alberto Martini (1931-1965). Da Longhi ai Maestri del Colore

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Nei ruggenti anni Cinquanta, in pieno miracolo economico, Alberto Martini, appena laureatosi a Firenze con Roberto Longhi, si avviava al mestiere di storico dell’arte. Una disciplina che di lì a pochi anni il giovane avrebbe rivoluzionato, entrando nelle case degli italiani grazie ai mitici «Maestri del Colore» Fabbri Editori. Progetto che gli aveva permesso di girare il mondo e di accumulare una serie di contatti con direttori e funzionari di musei, in un raggio d’azione internazionale: strabilianti viaggi per dirigere le campagne fotografiche, finalmente a colori, delle opere da riprodurre nella fortunata collana. Al grande cantiere divulgativo aveva affiancato rilevanti studi scientifici, dalle indagini sul Trecento riminese alla chiarificazione delle tappe nella carriera giovanile di Bartolomeo della Gatta. Dal 1962 Martini avrebbe instaurato un legame profondo con Alberto Giacometti, sul quale avrebbe messo a fuoco, di lì a poco, l’analisi più acuta e lucida espressa fino a quel momento dalla critica italiana.Il volume offre una biografia intellettuale del personaggio, con documenti e carteggi inediti, ripercorrendo le tappe della sua carriera, scandita dalle poliedriche esperienze che un giovane storico dell’arte intraprendente poteva accumulare nell’Italia prolifica degli anni del boom economico, radio e televisione comprese.

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